Si possono riprendere persone con i droni?

I droni alla conquista dei cieli italiani

I progressi tecnologici hanno reso i droni più accessibili, sicuri e facili da usare. Difatti ciò ha permesso la diffusione in modo capillare. Nel 2024 il mercato dei droni italiano ha registrato una crescita del 10% rispetto all’anno precedente. I dati evidenziano un fatturato di oltre 160 milioni di euro. Deve anche ricordarsi che nel 2024 risultano registrati sul portale d-flight oltre 126.000 droni. Dunque una crescrita del 27% rispetto al 2023.

Nonostante ciò, pilotare un drone non è un’attività da prendere alla leggera. Ciò sia per le implicazioni legate alla sicurezza che ai possibili problemi legati alla protezione dei dati personali.

Le prime considerazioni fondamentali riguardano l’area di volo, la sicurezza e la privacy. I primi due aspetti sono abbastanza chiari e si basano anche sul buon senso del pilota. La questione della privacy, invece, risulta ancora poco esplorata e solo marginalmente conosciuta dai piloti. Specie se amatoriali.

La disciplina italiana

In Italia, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) è l’autorità responsabile della regolamentazione dei droni. Quest’ultima ha introdotto una serie di normative a partire dal 2013. Secondo l’ENAC, i droni rientrano nella categoria degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Bisogna anche precisare che il loro utilizzo viene distinto tra finalità ricreative e professionali.

L’aggiornamento più recente del regolamento italiano avvenuto nel 2021 ha integrato le direttive europee. In questo modo ha allineto la normativa nazionale a quella dell’Unione Europea.

Fra le novità più rilevanti introdotte dall’ENAC vi è l’obbligo di registrare i droni con un peso superiore ai 250 grammi. Inoltre è stata rafforzata la necessità di ottenere un brevetto per i piloti. Soprattutto se devono competere a scopo commerciale o utilizzare modelli più pesanti e avanzati.

Nonostante ciò, i droni equipaggiati con telecamere o sensori per acquisire immagini o suoni possono rappresentare una minaccia per la privacy. Tant’è vero che possono sorvolare aree private o registrare contenuti senza l’autorizzazione. Dunque potenzialmente possono immortalare attimi di vita privata dei soggetti ripresi senza che gli stessi se ne possano neppure rendere conto. In altre parole possono scattare foto e registrare video senza il consenso degli aventi diritto. Tale attività può rappresentare una violazione del GDPR.

Le indicazioni del garante per la privacy

Il garante ha spiegato che l’uso di un drone, anche a fini ricreativi, può essere invasivbo della sfera privata. In particolare qualora sia munito di fotocamera e sorvoli un luogo pubblico ( es. strade, parchi o spiagge). In questi casi rappresenta una seria minaccia per la privacy. Infatti la diffusione di riprese realizzate con il drone (sul web, sui social media, in chat whatsapp ecc.) può avvenire solo ed esclusivamente con il consenso dei soggetti ripresi. Unica eccezione sono gli usi connessi alla libera manifestazione del pensiero, come l’uso a fini giornalistici. Negli altri casi, quando è eccessivamente difficile raccogliere il consenso degli interessati, occorre cautela. Difatti è possibile diffondere le immagini unicamente nel caso in cui, i soggetti ripresi, non possano essere riconoscibili.

Più precisamente ciò può avvenire solo laddove gli stessi siano stati ripresi da lontano. In alternativa qualora i volti siano stati oscurati con appositi programmi. Ultermente, il garante, ha fatto una ulteriore precisazione. Occorre anche evitare di riprendere e diffondere immagini che contengono dati personali quali targhe di macchine, indirizzi di casa o simili.

Quanto all’uso dei droni per il sorvolo di spazi altrui (es. case o giardino privati) è sempre da considerarsi quale possibile elemento idoneo a violare le norme penali.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tabella dei Contenuti